il Parco delle Basiliche e la Vettabbia

Il Parco delle Basiliche

il Parco delle Basiliche e la Vettabbia

“Vectare”
condurre le barche per acqua: la Vettabbia, il primo canale navigabile

Milano non aveva un fiume, ma solo una grande rete di fossati, canali e navigli. Le acque da monte circondavano le mura e si raccoglievano a valle, tra la Vetra e via Molino delle armi (si chiama così perché era il quartiere degli armaioli e dei fabbri). Uscivano dalla città attraverso la Vettabbia, un fossato che qui si formava e che i romani resero navigabile per piccole barche.

Nei secoli passati, quest’area retrostante a San Lorenzo (piazza della Vetra) ebbe vita e fama sinistre: pigramente solcata dalle acque di un fosso maleodorante per le molte botteghe-laboratorio di conciatori (detti, appunto, vetraschi), era spazio tradizionale e frequentato, di roghi, impiccagioni e vari supplizi destinati alle streghe e ai «giustiziati» di parte popolare (ai patrizi toccava più onorevole trattamento in altro luogo). Vi si bruciarono o impiccarono anche cadaveri dissotterrati e le effigi di rei latitanti (da Corrado II nel 1043 al conte Porro nel 1821).

 

Nel dopoguerra lo spazio vuoto lasciato dalle bombe fra San Lorenzo e Sant’Eustorgio è divenuto il Parco delle Basiliche, bellissimo corridoio verde interrotto solo dal traffico di via Molino delle Armi. A mezzavia, sul retro della basilica, c’è l’ingresso al Museo diocesiano , scrigno di un bendidio di tesori d’arte ecclesiale, su cui spiccano i cimeli risalenti direttamente a Sant’Ambrogio e, per l’arte moderna, la stupefacente sala dedicata a Lucio Fontana con gli struggenti bozzetti per la porta del Duomo di Milano.

 

Il parco è una ottima alternativa ciclabile per evitare corso di porta Ticinese, dove le rotaie e un selciato maledettamente sconnesso è totalmente inospitale per le bici.