La Basilica Apostolorum e il Mausoleo Trivulzio

Abside romanica della Basilica Apostolorum

La Basilica Apostolorum e il Mausoleo Trivulzio

Inchinarsi all’uomo, prima di entrare in chiesa
Gian Giacomo Trivulzio riuscì a piazzare il suo mausoleo davanti alla grande basilica ambrosiana, sicché il viandante, per accedere alla chiesa doveva per forza rendere omaggio all’uomo. Caso più che raro, unico.

 

Mausoleo Trivulzio & BikeMi

Erano, i Trivulzio, famosi capitani di ventura al servizio di Filippo Maria Visconti prima, della Repubblica Ambrosiana poi, infine dei nuovi principi della città, gli Sforza. Le cose però si guastarono fra Ludovico il Moro e Gian Giacomo Trivulzio e quest’ultimo si mise sotto le insegne della casa di Francia. In tale sua nuova posizione, il Trivulzio fu insignito del titolo di Maresciallo di Francia dal nuovo re Luigi XII, e sotto le sue insegne sconfisse definitivamente il Moro, facendolo prigioniero a nome del Roy. Ma i milanesi, quando si videro il Trivulzio nominato governatore del re francese, parvero non gradire la scelta, sicché Gian Giacomo si trovò presto sostituito nella carica da Georges d’Amboise, cardinale di Rouen, e poi dal nipote Charles, signore di Chaumont.

Negli anni del rientro milanese di Gian Giacomo al servizio dei francesi, fu dato incarico a Leonardo da Vinci di progettare un gran monumento al condottiero: doveva trattarsi d’una statua giacente sotto baldacchino marmoreo, sovrastata dall’effigie del Trivulzio a cavallo; ma il gran disegno leonardesco si fermò agli schizzi e al preventivo di spesa. Probabilmente erano caratteri troppo forti entrambi per andare d’intesa.

Tutt’altro progetto riuscì a mettere in cantiere il Bramantino, senza però mai venirne totalmente a capo: è quella nobile costruzione quadrata a torre, proseguita poi da Cristoforo Lombardi, che funge da ingresso alla basilica di San Nazaro, sicché (fatto forse unico al mondo) per entrare in chiesa è necessario rendere prima omaggio alla memoria del Maresciallo e dei parenti suoi. La facciata rimase sostanzialmente disadorna e incompleta; si possono osservare solo le possenti colonne quadre realizzate in granito di Montorfano.

 

San Nazaro - Basilica Apostolorum - interno

Basilica Apostolorum

L’edificio sacro era nato in funzione delle preziose reliquie di apostoli che Ambrogio stesso fece collocare entro una cappella argentea donatagli secondo la tradizione da papa Damaso; il suo perimetro attuale corrisponde con poche varianti all’originale, se si escludono le aggiunte – Trivulza, Oratorio di Santa Caterina, cappelletta di San Lino e sacrestia – ma già in età ambrosiana si era proceduto a una modifica nella parte terminale della chiesa per ospitare il corpo di San Nazaro in un loculo sotterraneo. In età carolingia fu aggiunta la basilichetta dedicata a San Lino sul fianco destro del presbiterio, giunta a noi con brani di affreschi di varia epoca. Quanto alla rifabbrica operata dopo l’incendio devastatore del 1075, le appartengono i partiti decorativi esterni e gran parte di quelli interni, oltreché – e in principale modo – cupola, tiburio e coperture quali attualmente li vediamo nel recupero e ricostruzione di monsignor Enrico Villa, che era anche architetto e fu dunque il progettista dei lavori.

In definitiva, dunque, una visita a San Nazaro Maggiore offre una sorta di itinerario archeologico-architettonico attraverso dodici secoli (IV-XVI) di costruzioni. Il primo incontro per chi entri dal corso di Porta Romana riguarda la Trivulza di cui già si è detto; da questa alla «Basilica Apostolorum» si accede attraverso una grande impennata di cristallo. Una scala a ponte conduce dal livello della Trivulza a quello – più basso – della basilica antica. Eccoci quindi nell’unica, ampia navata della basilica, che nella sua sobrietà e nei massicci pilastri chiaramente denuncia l’austera origine paleocristiana, e nel luminoso presbiterio.