Le modifiche approvate al Codice della Strada non vanno nella direzione giusta

Le modifiche approvate al Codice della Strada non vanno nella direzione giusta

Due giorni dopo la giornata mondiale istituita per ricordare le vittime della strada, il 19 novembre approda al Senato il disegno di legge sulla sicurezza stradale per l’approvazione definitiva e il giorno successivo, il 20 novembre, il Senato conferma le modifiche al Codice della Strada che entreranno in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il percorso per la modifica del Codice della Strada è stato lungo e tortuoso, cominciato quasi diciassette mesi fa e da subito è stato fortemente criticato dalle associazioni delle vittime della strada e dalle realtà che si occupano di ciclabilità e mobilità sostenibile tra cui FIAB e tutte le sue associazioni locali, tanto che è stato ribattezzato il codice della strage.

Molte sono state le mobilitazioni, purtroppo senza esito, per sensibilizzare e promuovere una riforma che lavorasse maggiormente sulla prevenzione del rischio stradale e non solo sull’inasprimento delle sanzioni e delle pene.
Qui si può leggere un approfondimento sul sito di Fiab Italia e qui la lettera inviata poco prima dell’approvazione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da Alessandro Tursi, Presidente di FIAB.

Una riforma che fin dalla prima stesura non convince chi propone una nuova visione delle città più condivisa ed egualitaria; una riforma che è stata impostata ancora una volta con una visione auto-centrica che dà maggior libertà ai veicoli a motore e rende più ostica la realizzazione delle misure a favore di chi pedala, di chi si sposta a piedi e con il trasporto pubblico. La pianificazione urbanistica a favore della mobilità sostenibile nelle nostre città diventa infatti sensibilmente più vincolata e sottoposta ad autorizzazioni del Ministero dei Trasporti, rendendo estremamente faticoso il lavoro dei sindaci e dei tecnici che intendono attuarla. Una riforma che inasprisce le pene per le infrazioni commesse, ma rende più difficoltoso lavorare sulla prevenzione di tali infrazioni.

Valerio Montieri, del gruppo tecnico di FIAB Milano Ciclobby e consigliere nazionale di FIAB, a commento del nuovo Codice appena approvato afferma che con questa legge “non ci sono le possibilità per promuovere un uso delle bici e della sicurezza dei pedoni sulle strade urbane. Per far cambiare alle persone il modo di spostarsi in città ci volevano delle norme più vincolanti, più propositive mettendo veramente al centro della mobilità i sistemi alternativi di mobilità”; sui limiti di velocità aggiunge “noi ci aspettavamo, dopo le sperimentazioni di successo a Bologna con i 30 all’ora, degli elementi di promozione che però non ci sono. Anzi, nella direttiva approvata dal Ministero a febbraio, ci sono elementi ostativi per i Comuni nel realizzare le zone 30”.

La riforma è approvata, e alcune modifiche all’attuale Codice della Strada entrano in vigore fin da subito; su altri aspetti, invece, il Governo ha un anno di tempo per concretizzare la delega che il Parlamento gli ha assegnato e rivedere complessivamente il Codice della Strada. Le premesse non sono incoraggianti, è importante tenere sempre alta l’attenzione su questi temi e continuare a far sentire il nostro dissenso attraverso mobilitazioni collettive.

Se non l’hai già fatto, ti invitiamo a firmare la petizione per fermare il codice della strada strage!