piazzetta Paolo Grassi, lo Strehler e il teatro studio Melato
“la nemesi del più grande regista teatrale
Giorgio Strehler muore la notte di Natale del 1997. Il regista triestino, milanese d’adozione e protagonista della vita artistica e culturale meneghina per tutto il secondo Novecento non riesce, per un soffio, a vedere compiuta la sua opera più imponente, il nuovo Piccolo Teatro. Sicché, in una sorta di metempsicosi nell’arte, fin dal primo giorno il nuovo palcoscenico sarà per tutti il Teatro Strehler.
Il grandioso complesso, interamente rivestito di mattoni, è opera di Marco Zanuso architetto e designer di grande fama internazionale; Strehler ne segue ogni passo, guidando modifiche e miglioramenti per farne immagine e sostanza della propria inconfondibile visione. Zanuso asseconda il regista e rivede più volte i disegni esecutivi. L’immagine è presa dalla piazzetta dedicata a Paolo Grassi, che del Piccolo Teatro fu sovrintendente per diversi lustri, portando l’istituzione a livello di fama europea.
Il momento in cui la politica urbanistica del Comune cambiò rotta, bloccando gli sventramenti speculativi e la distruzione del tessuto urbano popolare del centro storico fu in corso Garibaldi. Gli effetti di questo improvviso «congelamento» si manifestano nettamente qui, con la presenza di palazzi di nuova costruzione (rigidamente arretrati rispetto al filo mosso del corso) alternati alla garbata personalità dell’edilizia «povera» ottocentesca con i suoi balconcini, persiane scorrevoli, ringhiere, cortili e anditi. Il recupero di questi valori nel quartiere Garibaldi cominciò nel 1972, quando il lavoro delle squadre di demolizione che procedevano di concerto con le «talpe» della linea 2 della Metropolitana arrivò nei pressi dell’ex Teatro Fossati. Fu una battaglia soda, che alternava le proteste della gente, decisa a non lasciarsi espropriare, con gli appelli al rispetto di vecchie memorie – in particolare quelle dei cultori di teatro. Perché il Fossati aveva una sua storia fitta di date e nomi importanti: Edoardo Ferravilla, Gaetano Sbodio: persino il grande Eduardo de Filippo (attor giovane nella Compagnia di suo padre Scarpetta, e più tardi debuttante a Milano – 1925 – con Peppino e Titina).
Giunto a un soffio dalla sparizione, il Fossati risorge ed entra a far parte di un nuovo, grandioso superattrezzato «sistema» o «officina» teatrale (termini usati da Giorgio Strehler nel presentare – 1979 – il primo di molti progetti) da crearsi sotto gli auspici del Comune nell’area compresa fra corso Garibaldi, il vecchio Tivoli, le demolite Scuole Schiaparelli. All’interno, con un colpo di grande effetto, è stato fatto il vuoto entro un cilindro rosso di mura (mattoni a vista). Capienza, 500 posti, ma niente che somigli a poltrone o palchi per gli spettatori. «Questa è soltanto una palestra per gli attori, un centro sperimentale», dichiara Strehler. Oggi è dedicato a Mariangela Melato, amatissima attrice teatrale e cinematografica di grandissimo talento.
La viuzza che collega corso Garibaldi a piazzetta Grassi è dedicata a Strehler. Se si sbircia alle spalle di una chiesina barocca sconsacrata, si può osservare un lacerto di elegante colonnato rinascimentale: è quel che resta del convento delle monache di Santa Maria degli Angeli, che un tempo occupava tutta quell’area.
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